‘Nauðr gerer næppa koste;
Nøktan kælr í froste.’
‘Il bisogno dà poca scelta;
un uomo nudo è congelato dal gelo.’
– da Poema Runico Norvegese
Nauðr (Nauđiz in Proto-germanico e Nyð in Anglosassone) indica l’esigenza, il bisogno. Condivide etimologia e significato con il verbo inglese ‘to need’. La necessità espressa da Nauðr non è di carattere unicamente negativo, pur presentandosi quando il beneficiario è messo alle strette. Con o senza il suo consenso, questa runa fornisce un aiuto decisivo in protezione dai pericoli e dagli inganni.
RUNA DELLA BIRRA
Nel Sigrdrífumál, una sezione dell’Edda poetica (raccolta di poemi anonimi in norreno), la valchiria Brunhilda illustra all’eroe germanico Siegfried l’utilizzo delle rune, tra cui la preziosa Nauðr.
Il racconto si svolge nella sala dei banchetti, dove il padrone di casa accoglie alcuni invitati con cui consumerà il pasto. Ma egli deve prestare attenzione. Il pericolo è dietro l’angolo. E si chiama ‘moglie’. In questo caso non la sua, ma quella di un commensale.
Il generoso anfitrione deve riguardarsi qualora la moglie di un suo ospite gli spilli la birra con le proprie mani. Un gesto di cortesia, sì. Ma sotto cui si cela l’inganno: un solo sorso potrebbe condannarlo ad ammaliarsi di quella donna. Un’eventualità che serie tv come Vikings e gli stessi racconti mitologici ci hanno insegnato non portare mai nulla di buono.
Per questo Brunhilda invita Siegfried ad apprendere la salvifica Nauðr. Il corretto procedimento prima di sorseggiare l’offerta dell’avvenente ospite prevede, anzi, necessita che il padrone di casa incida le rune della birra sul boccale e sul dorso della propria mano. Infine, che segni la runa ᚾ sulle unghie. Solo così potrà benedire la bevanda e sottrarsi al pericolo!