Il primo articolo di Didattica & Videogiochi è dedicato al capostipite della saga videoludica di Assassin’s Creed. Approfondiremo la storicità degli antagonisti di AC I, come sono stati trasposti nel videogioco e ciò che fecero realmente in vita.
Per chi non fosse pratico, Assassin’s Creed è una saga videoludica open world di genere avventuroso, con meccaniche di gioco stealth. Diversi capitoli, oltre venti tra canonici e spin-off, dove vestiamo i panni di un ‘assassino’ seguendone i travagliati cammini attraverso luoghi e tempi realmente esistiti.
Le loro ambientazioni spaziano dall’Antico Egitto, passando per la Firenze Rinascimentale, fino all’Inghilterra della Rivoluzione Industriale. Ogni Assassin’s Creed ci regala vaste mappe da percorrere dove possiamo visitare antiche capitali, ammirare monumenti perduti e imbatterci in Socrate o Karl Marx!
A livello didattico, il punto di forza del franchise francese (ho sempre desiderato dirlo!) risiede nella giusta commistione tra personaggi fittizi e altri storicamente autentici. Quest’ultimi sono particolareggiati, profondi e, perché no, spesso romanzati. Per lo sviluppo delle loro personalità, i progettatori hanno potuto attingere da resoconti biografici reali. Fonti, testimonianze e racconti.
Spero che questa breve introduzione sia stata utile per farvi immergere nello spirito del gioco. E che, di conseguenza, possa affascinarvi l’argomento principe di quest’articolo: la storicità degli antagonisti del primo Assassin’s Creed (2007).
CROCIATI PESO PIUMA
Pardon Altaïr. Non sarai tu il protagonista del primo articolo di ‘Didattica & Videogiochi’. L’onore spetta alle vittime della tua lama celata. Mercanti, templari, eruditi. Le peculiarità degli antagonisti di Assassin’s Creed I sono frutto di un evidente studio storiografico.
Nel primo AC, il videogiocatore impersona l’assassino Altaïr Ibn-La’Ahad. Individualista e tormentato, aiutiamo Altair a trasportare il pesante fardello del suo fallimento attraverso un tortuoso percorso di crescita interiore. Sullo sfondo prende vita una delle più ammalianti ambientazioni storiche mai ricreate dal mondo videoludico.
Terra Santa, 1191. Dalla fortezza ismailita di Masyaf, sede dell’antica setta degli Assassini, ci spostiamo nelle città di Acri, Damasco, Gerusalemme, coinvolte dagli eventi della Terza Crociata (1189-92). Uno scontro tra due mondi, due culture che si affrontano per la conquista della città santa. Europa contro Medio Oriente. Cristiani contro Musulmani. Crociati contro Saraceni. Riccardo Cuor di Leone contro il vittorioso Saladino.
Fazioni e differenze insignificanti agli occhi di Altaïr, amico di nessuno, impegnato contro l’Ordine dei Templari nella strenua difesa del suo mondo, dell’unico Credo. Il Credo degli Assassini. La setta nizarita possiede un manufatto dal potere illimitato, la Mela dell’Eden, che non deve cadere nelle mani sbagliate. Per questo motivo, il mentore assassino Al-Mualim commissiona ad Altaïr l’incarico di eliminare nove nemici templari.
Analizziamo insieme questi antagonisti, le loro controparti storiche e come sono trasposte nel videogioco.
Abu’l Nuquod
Abu’l Nuquod, in arabo letteralmente ‘Padre del denaro’, è un abile e ricco mercante, qualità che gli hanno permesso di divenire governatore di Damasco. Nel videogioco, il Nuquod odia i sudditi più poveri e non esita a maltrattarli, anche fisicamente. Il suo carattere dispotico e misantropo cela una cruda verità: egli è insofferente del proprio aspetto deturpato dall’acne, motivo per cui si nasconde in una lussuosa residenza. Dove in occasione di una festa trova la morte per mano di Altaïr.
Realtà: Nuquod è probabilmente ispirato alla persona di Abu al-Dimashqi, un ricco mercante musulmano di Damasco vissuto nel XII secolo. Tra i suoi scritti più famosi, ci è pervenuta un’opera, o meglio, una guida su come riconoscere le merci difettose da quelle buone ed evitare le truffe ordite da commercianti disonesti. Egli predilesse la suddivisione del lavoro sostenendo che l’economia ottiene profitti se ogni lavoratore si specializza in un singolo campo professionale. Inoltre, l’economista contemporaneo Louis Baeck ritiene che al Dimashqi sia stato il primo a formulare la teoria dei prezzi, in base a cui il prezzo normale di un prodotto varia in base a periodi di abbondanza o scarsità.
Jubair al Hakim
Jubair Al Hakim è un erudito e filosofo. O almeno un tempo lo era. Adesso, il suo obiettivo è di bruciare tutti i libri che circolano a Damasco. Questo perché sostiene che la lettura dei testi, soprattutto quelli sacri, abbia portato alla sanguinosa guerra tra Crociati e Saraceni. Non permette a nessuno di opporsi ai roghi organizzati per la città, pena la morte.
Realtà: Jubair è ispirato alla figura storica di Ibn Jubayr (1145-1217), grande viaggiatore e poeta andaluso. Autore di un Riḥla (racconto scritto di un viaggio) dove descrive l’itinerario percorso da Granada fino a La Mecca e ritorno.
Ebbe occasione di sostare anche nella nostra Damasco, di cui fornisce un ossequioso ritratto. La cittadina siriana è descritta come il Paradiso dell’Oriente: ruscelli, aiuole fiorite, ottimo clima. Si rivela un rifugio accogliente per i forestieri, soprattutto per gli studiosi del Corano che a Damasco possono trovare la quiete giusta per impegnarsi negli studi, senza distrazioni. In vita strenuo difensore della cultura, gli ideali di Ibn Jubayr cozzano contro quelli della sua controparte pixelata.
Majd Addin
Majd Addin è il governatore, o meglio tiranno di Gerusalemme. Egli è un uomo altamente istruito e in precedenza svolgeva la mansione di scriba. Majd Addin governa esercitando qualità in netto contrasto rispetto alla tolleranza e ‘comprensione del nemico’ predicata da Saladino. Crudele e malvagio, dispone numerose esecuzioni pubbliche così da incutere timore sulla popolazione. Altaïr uccide Majd Addin poco prima che quest’ultimo esegua l’impiccagione di un Assassino condannato a morte, riuscendo a salvare in extremis il confratello.
Realtà: Majd Addin è supposto essere la trasposizione videoludica di Bahāʾ al-Dīn ibn Šaddād (1145-1234), un giurista e storico curdo, conosciuto in Occidente col nome di Boadino
È noto per aver scritto una biografia sul sultano e condottiero Saladino, di cui era amico e consigliere. La grande sapienza sui temi della guerra santa (jihad) gli permisero di convincere Saladino a proseguire la Terza Crociata. Una fiducia ripagata da ruoli di controllo e di potere, quale Giudice dell’esercito e di Gerusalemme.
Non solo. Majd Addin presenta caratteri in comune con l’Emiro di Mosul Majd ad-Dīn Ibn Athir (1149-1210), seppur più forzati se non solo per il nome. Anch’egli storico e biografo, nonché traduttore e grammatico della lingua araba, alternò l’attività di governo alla lettura di testi sacri. Gli storici arabi gli tributano innumerevoli lodi definendolo come ‘pio ed elegante‘.
taMIR & TALAL
A Talal, il leader degli schiavisti di Gerusalemme, e Tamir, un mercante di armi doppiogiochista che opera nel mercato nero, non corrispondono personaggi storici realmente esistiti. O almeno, lo sapremo soltanto quando gli sviluppatori del gioco ci daranno qualche indizio! Comunque, è certo che le popolazioni locali dei territori coinvolti dalla Terza Crociata non esitarono a fare affari con entrambe le fazioni. Gli stessi saraceni e cristiani si avvidero del lucro portato dal commercio di schiavi e di armi, decidendo così di parteciparvi. I prigionieri di guerra divennero così più preziosi dei bottini in oro e del danaro.
Garniero di Naplusa
Garniero di Naplusa è il Gran Maestro dei Cavalieri Ospitalieri di Acri, che si affilia ai Templari in cambio di pazienti da usare come cavie nel suo ospedale. Un Mengele medievale, crudele e sadico. Somministra agli infermi droghe e allucinogeni conducendoli alla morte. Qualora essi tentino di scappare, non esita a rompergli le gambe o eliminarli fisicamente.
Realtà: figura realmente esistita, il francese Garnier de Naplouse fu Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri dal 1190 al 1192. Sotto di lui la sede dell’Ordine ottenne il trasferimento da Tiro (Libano) ad Acri (Siria). Il 12 luglio 1191 partecipò al vittorioso assedio di Acri, ma la fama di Garniero non può che essere legata alla mitica Battaglia di Arsuf.
Le forze cristiane sono in cammino per prendere la cittadina di Jaffa in ottica di riconquistare Gerusalemme. È il 7 settembre 1191 quando Saladino, forte di un esercito numericamente superiore, tende loro un’imboscata ad Arsuf. La milizia crociata è disposta con i cavalieri ospitalieri a sinistra e i Templari a destra. Gli Ospitalieri di Garniero sono quelli che subiscono più danni, occupando il fianco più esposto alle incursioni saracene. Nonostante le suppliche di Garniero, Riccardo Cuor di Leone decide di non contrattaccare mantenendo serrate le fila. Altre fonti sostengono che il re abbia dato via libera ai subordinati più affidabili di rispondere agli attacchi qualora lo ritenessero più opportuno.
Sta di fatto che due cavalieri ospitalieri, di cui uno si dice che sia Garniero, sortiscono dai ranghi seguiti a ruota da tutti i compagni d’ordine. Il re e i soldati inglesi, al centro dello schieramento, scortano gli alleati nella carica e ottengono una prestigiosa vittoria sull’Invincibile Saladino. La prima dopo la disfatta nella battaglia di Hattin (4 luglio 1187).
SIBRANDO
Sibrando è il Gran Maestro dei Cavalieri Teutonici. Abile combattente, si rivela così paranoico a tal punto che ammazza tutti i piccioni scambiandoli per messaggeri degli Assassini. Il suo compito da Templare è sorvegliare la zona portuale di Acri per ottenere il monopolio dei prodotti commerciali in transito. L’obiettivo finale di Sibrando è bloccare il porto di Acri, così da impedire agli eserciti crociati di sbarcare e permettere ai Templari di conquistare l’intera Terra Santa.
Realtà: Sibrando è considerato il fondatore dell’Ordine teutonico (1190-92), nonché primo Gran Maestro, associazione monastico-militare e ospedaliera sotto cui prestavano servizio i Soldati di Cristo.
Durante l’assedio di Acri allestì un temporaneo campo medico a sostegno delle truppe germaniche. Quando i crociati espugnarono la città, Sibrando ottenne in dono una struttura tra le mura,comprensiva di giardino, dove poté trasferire il proprio ordine e realizzare un ospedale fisso.
Guglielmo del Monferrato
Guglielmo del Monferrato è il reggente di Acri per conto di Re Riccardo. Brusco nei modi, non si lascia andare a facili complimenti. Insofferente verso chi gli è più vicino. Disprezza i suoi soldati e li ricopre di insulti. Odia Re Riccardo. Ritenendolo un inetto, non sopporta perfino il proprio figlio Corrado.
Realtà: Le similitudini tra il Guglielmo della realtà e quello del videogioco muoiono con il nome. Storicamente Guglielmo V del Monferrato (1110-91) raggiunse gli 81 anni, da cui l’epiteto ‘Il Vecchio‘. Abile gratificatore, alzava il morale delle truppe grazie ad innumerevoli lodi!
La sua linea dinastica è di tutto rispetto. Zio acquisito di Federico Barbarossa, supportò la fazione ghibellina, prima di rompere e allearsi con l’imperatore bizantino Manuele I Comneno. Nel 1183, Guglielmo decise di partire alla volta del Medio Oriente per conoscere il nipote Baldovino V, elevato nello stesso anno come co-reggente di Gerusalemme. Trattenutosi in Terra Santa, il marchese partecipò alla disastrosa battaglia di Hattin (1187) contro il Saladino e fu fatto prigioniero.
Altro che astio padre-figlio! Nella realtà, il rapporto tra Guglielmo e il secondogenito Corrado fu entusiasmante, esemplare: quando Saladino si presentò sotto le mura di Tiro (Libano), Corrado – comandante in carica per la difesa della città – minacciò di colpire egli stesso il padre qualora il sultano lo avesse presentato come ostaggio per trattare. Quest’atteggiamento dovette impressionare Saladino che si ritirò dall’assedio e nel 1188 liberò Guglielmo, dietro riscatto pagato dal figlio. L’ormai ottuagenario marchese vivrà gli ultimi anni della sua vita con Corrado in terra libanese.
Come vedremo più avanti, il Guglielmo videoludico è più simile al Corrado storico. Per ora, nessuno spoiler!
Robert de Sablé
Arriviamo ai pezzi forti. Robert de Sablé, luogotenente di Riccardo I e Gran maestro dell’Ordine templare dal 1190 al 1191. Durante le Crociate, De Sablé convinse uomini di ambo le fazioni in guerra ad unirsi alla causa templare. Arrivando addirittura a proporre a Saladino e Riccardo un’alleanza contro gli Assassini. Egli è Motivo. In quanto il suo mancato assassinio iniziale rappresenta il più grande fallimento di Altair. E Fine. Difatti il cammino dell’assassino per riconquistare il prestigio perduto si concluderà solo con l’assassinio di De Sablé. Che in punto di morte rivela la vera natura del Mentore degli Assassini Al Mualim: anch’egli è un… Templare!
Realtà: Roberto di Sablé (1150-93) è stato Gran maestro dell’Ordine templare dal 1191 al 1193, come successore di Gérard de Ridefort. Entrato nelle grazie di Riccardo Cuor di Leone, ottenne la massima carica all’interno dell’Ordine templare senza esser stato in precedenza neppure un semplice membro.
Sfruttò appieno le capacità militari dei suoi compagni trasformando l’Ordine nella principale unità d’élite al servizio di Cristo. Alla guida dei Templari, fu protagonista del vittorioso assedio di Acri e della battaglia di Arsuf.
Successivamente acquistò Cipro da Re Riccardo per 25mila pezzi d’argento, con l’obiettivo di trasformare l’isola in una base templare permanente. Ma il tentativo fallì e due anni dopo fu costretta a rivenderla. Morì il 28 settembre 1193. La sua morte videoludica, avvenuta il 7 settembre 1191, si ricollega invece allo data dello scontro di Arsuf.
Rashid ad-Din Sinan, detto ‘al mualim‘
Rashid ad-Din Sinan, conosciuto come Al Mualim – il maestro – è il mentore degli Assassini. Al Mualim adotta Altaïr da giovane dopo la prematura morte del padre, giustiziato da Saladino. Commissiona ad Altair l’eliminazione di tutti i bersagli templari, ritenuti un pericolo per la libertà e la giustizia.
Nel finale, come apprendiamo dal morente De Sable, egli è in realtà un templare, che punta a tenere la Mela dell’Eden, manufatto dall’immenso potere, tutta per sé. Questa volta non c’è rapporto padre-figlio che possa sopportare l’onta del tradimento. Così Altaïr assassina Al Mualim. L’adepto uccide il maestro.
Realtà: Rashid ad-Din Sinan (1131-93), il ‘Vecchio della Montagna‘, fu il leader degli Assassini siriani dal 1162 al 1193. Osteggiò a lungo l’operato di Saladino arrivando a organizzarne l’omicidio. Su invito di Kumuschtekin, emiro di Aleppo, Sinan inviò un gruppo di tredici assassini in missione per eliminare il condottiero ayyubide, ma fallirono. Per tutta risposta, Saladino assediò la fortezza nizarita di Masyaf per poi desistere dalle sue intenzioni in Agosto 1176.
Gli storici musulmani sostengono che lo zio del sultano, Shihab ad-Din, mediò l’alleanza tra i due, ma le testimonianze di quest’evento sono molteplici e differenti. La versione più gettonata racconta che gli osservatori saraceni incaricati di sorvegliare l’altura di Masyaf notano un bagliore partire dal castello per poi cadere e sparire tra le proprie tende. A breve distanza di tempo, ecco un forte e secco urlo: è il Saladino! Ha ricevuto visite.
Il sultano racconta ai soldati che Sinan è entrato nella sua tenda di nascosto lasciando accanto al letto brioches, una daga avvelenata e un biglietto dal messaggio inequivocabile ‘La vittoria sarà nostra. Ti abbiamo in pugno, e ti riserveremo ciò finché il tuo conto non sarà pagato’.
Saladino rimase terrorizzato dall’incontro fugace con Sinan. Ebbe a dire “Vederlo da vicino è assolutamente diverso da sentirne parlare”.
Fu allora che il sultano decise di inviare un messaggero alla corte di Sinan, facendogli recapitare la promessa che avrebbe rinunciato all’assedio di Masyaf in cambio di garanzie sulla propria vita. E così fu.
L’APICE DI SINAN
Se trovasse conferma, l’assassinio più eclatante compiuto dalla setta sotto la guida di Rashid ad-Din Sinan potrebbe essere proprio quello di Corrado di Monferrato, riconosciuto come re di Gerusalemme nell’aprile 1192. Il 28 aprile Corrado si apprestava a rientrare a casa dalla moglie incinta, Isabella d’Angiò. Ma cadde in un’imboscata tesagli da due sicari. Un paio di pugnalate al fianco, altre alla schiena. Letali.
Nel corso dei secoli sono state avanzate diverse ipotesi sulla natura del suo omicidio. La prima versione sostiene che quando i sicari furono catturati, uno di essi fece il nome di re Riccardo come mandante dell’omicidio. Perché avrebbe voluto Corrado morto? Per via della rivalità del monferratino con il cavaliere Guido di Lusignano, favorito candidato del sovrano inglese al trono di Gerusalemme e suo vassallo. Successivamente Riccardo, imprigionato da Leopoldo V d’Austria per il sospetto omicidio di suo cugino Corrado, produsse una lettera falsificata in cui Sinan conferma di aver accettato la missione di uccidere Corrado (1193) per conto proprio.
Quanto raccontato non deve discostarsi molto da ciò che accadde davvero. Guido di Lusignano fu riparato del danno vedendosi concessa la signoria di Cipro. Ma soprattutto Enrico II di Champagne, nipote di re Riccardo, sposò l’incinta Isabella solo quattro giorni dopo l’omicidio del marito Corrado. Un matrimonio politico che causò sdegno tra i cronisti arabi come al-Isfahani, che domandando a chi verrà riconosciuta la paternità del nascituro ebbe in risposta “Sarà il figlio della regina!“
Un’altra interpretazione dell’evento si presta più facilmente alla trama di Assassin’s Creed. Saladino e Sinan, ripugnati dalla sgradevole passione di Corrado di convertire Musulmani in Cristiani, stipularono un accordo in funzione anticristiana. Ipotesi supportata dalla riconoscenza che Saladino dimostra verso Sinan per aver ucciso Corrado di Monferrato permettendogli in cambio di predicare la dottrina ismaelita nelle città del proprio impero.
Inizialmente, il leader nizarita piazzò una cellula dormiente presso Tiro, che avrebbe dovuto sorvegliare le azioni di Corrado. I due assassini incaricati del compito si travestirono da monaci spacciandosi a corte per musulmani convertiti.
Il lavoro nell’ombra proseguì finché una nave degli Assassini che cercava riparo a Tiro fu sequestrata da Corrado. Al suo rifiuto di restituire l’intero equipaggio e il tesoro a bordo, Sinan diede il via libera. Gli assassini entrarono in azione. Cappuccio giù. Lama fuori.
Mamma guarda, come in un videogioco!
BIBLIOGRAFIA – LINKOGRAFIA
- Letters from the East: Crusaders, Pilgrims and Settlers in the 12th-13th Centuries, Malcolm Barber, Keith Bate, Ashgate Publishing, Ltd., 2013 – 188 pagine
- Assassin’s Creed: A Walk Through History (1189-1868), di Rick Barba
- Un grand maître des Assassins au temps de Saladin, Journal asiatique, Stanislas Guyard, ed. Impr. nationale, 1877
- Saladin; and the fall of the kingdom of Jerusalem by Lane-Poole, Stanley, 1854-1931
- Fiennes, R. (2019). The Elite: The Story of Special Forces – From Ancient Sparta to the War on Terror. Regno Unito: Simon & Schuster UK.
- Al-Dimashqi
- Ibn Jubayr
- Viaggio di Ibn Jubayr, tradotto da Celestino Schiaparelli
- https://www.britannica.com/biography/Baha-al-Din
- https://venturebeat.com/community/2013/09/27/history-behind-the-game-assassins-creed-characters/
- https://archive.org/details/annaligenovesidi01caff/page/n273/mode/2up