Tra i tanti disegni abbozzati da Leonardo da Vinci, possiamo ritrovare il progetto di un paracadute, ma qualcun altro lo precedette…
Il progetto del famoso paracadute leonardiano, risalente al 1485 e conservato nel Codice Atlantico, ebbe un antesignano anch’esso dell’epoca rinascimentale.
Un decennio prima di Da Vinci, un anonimo italiano, nel domandarsi come un uomo potesse affrontare illeso una caduta da grandi altezze, butto giù uno schizzo simile nel funzionamento ai paracaduti attuali.
Il disegno raffigura un uomo che stringe una montatura in legno a croce attaccata a un telaio conico.
Negli intenti dell’autore, ci sarebbero state quattro cinghie attaccate ad una cintura in vita come misura di sicurezza.
Il successo pratico di un’eventuale prototipo appare oggi altamente improbabile, viste la fragilità del materiale d’attacco e la scarsa ampiezza della calotta.
Tuttavia, il ragionamento di base si rivelò corretto, tant’è che Louis-Sébastien Lenormand, il 26 dicembre 1783, effettuerà la prima discesa con un paracadute affine a quello dello schizzo anonimo, ma con una superficie ad “ombrello” più ampia.
Discesa assistita o in planata?
L’inventore francese desiderava offrire un mezzo in grado di salvare le persone bloccate dagli incendi in alti edifici.
Grazie al suo nobile fine, Lenormand si distingueva dai suoi contemporanei che erano alla costante ricerca della pura ebrezza di volare.
A tal proposito ricordiamo il marchese de Baqueville, un novello Icaro, che nel 1742 effettuò a Parigi il primo volo della storia umana con ali applicate agli arti.
Risultato? Schianto contro una chiatta galleggiante sul fiume Senna e gamba rotta.
– Stefano Salatino
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Fonti:
– https://www.jstor.org/stable/3101655?origin=crossref
– British Library, Additional Manuscript 34,113, folio 200v
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