“Kaun er barna bǫlvan;
bǫl gørver nán fǫlvan.”
“L’ulcera è fatale per i bambini;
la morte rende pallido un cadavere”
– da Poema Runico Norvegese
La runa Kaun (Kauna in Proto-germanico e Cen in Anglosassone) rappresenta il fuoco, l’illuminazione. Oltre al significato letterale, Kaun è da intendersi come la scintilla che porta alla ricerca della verità, a fare luce sulle questioni irrisolte.
O, nella sua variante norrena antica, Kaun rappresenta l’ulcera, quel bruciore erosivo che colpisce lo stomaco. Una metafora del dolore, in grado di spezzare l’uomo nel fisico ma anche di fortificarlo nell’animo. La runa della purificazione.
PUNTI DI CONTATTO
Il simbolo della runa Kaun (ᚴ) in Fuþark recente è stato studiato in ambito glottologico per via delle sue affinità con la lettera etrusca k e il carattere latino K.
Un raro attestato di questo nesso è visibile sull’elmo di Negau “B”, rinvenuto ad inizio ‘800 nella attuale Slovenia ed appartenente alla tradizione artigiana etrusca del V secolo a.C. così come confermato dalla sua iconica forma gibbosa 1.
A rendere speciale questo reperto è l’iscrizione sinistrorsa (ph.) da leggersi harikastiteiva\\ip e italianizzato in “Harigast il sacerdote” 2, forse il nome germanico del suo proprietario.
Tra gli studiosi dell’elmo che ne hanno analizzata l’incisione, alcuni ravvisarono la prima manifestazione dell’alfabeto runico – discendente da quello etrusco – e la quarta lettera dell’antroponimo Harigast fu associata proprio alla runa Kaun (ᚴ). Senza smentire né confermare la precedente tesi, le ultime ricerche concordano che l’epigrafe potrebbe essere segnata in alfabeto venetico o retico, anch’essi entrambi derivati dalle lettere etrusche.
BIBLIOGRAFIA
1 – https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/24258/1/01-Prosdocimi_15-42.pdf
2 – Tom Markey, “A tale of two helmets: The Negau A and B inscriptions”, The Journal of Indo-European Studies 29 (2001), 69–172.
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