Le Quattro Giovanne (più Uno)

Il breve racconto di come quattro persone omonime intrecciarono le proprie esistenze per fare la storia.

Abbiamo una Giovanna famosissima – proprio lei, Giovanna d’Arco – per esser stata una chef de guerre (cit. Ouikipedià) e l’eroina francese per antonomasia, e poi, ci sono altre tre Giovanne che non passarono alla storia, però ne contribuirono alla realizzazione. E così fu come si incontrarono…

Jeanne d’Arc condusse la sua ultima azione militare il 23 maggio 1430 attaccando senza successo la città di Margny. Una volta respinta, Giovanna cercò riparo all’interno delle mura di Compiègne, ma si concretizzò l’incubo di tutti noi in after: rimase chiusa fuori. Senza chiavi.

Così fu facilmente catturata dagli uomini di Giovanni di Lussemburgo, un potente vassallo del re Inglese, e da egli reclusa in attesa che qualcuno (inglese possibilmente, coff) la riscattasse al costo di 10mila lire tornesi. Giovanna, negli ultimi mesi di prigionia, alloggiò presso il castello di Beaurevoir dove fu tenuta in grande considerazione dai carcerieri ed ebbe modo di fare nuove amicizie…

Il potente carisma di Giovanna d’Arco le permise di ottenere la stima prima, e l’amicizia poi, di tre nobildonne del castello: Giovanna di Bèthune, Giovanna di Bar e Giovanna di Lussemburgo, rispettivamente moglie, figliastra e zia di quel Giovanni precedentemente citato. Quelle fantaisie.

L’intesa tra le Quattro Giovanne funzionò così bene che riuscirono a ritardare la consegna di Giò l’originale agli inglesi per qualche tempo. Fino a che, nel settembre dello stesso anno, Giovanna di Lussemburgo non morì. La stessa che minacciò il nipote Giovanni di diseredarlo qualora egli avesse ceduto oltremanica la giovane condottiera.

E così, il vassallo poté, senza opposizione alcuna, vendere la Pulzella di Francia a coloro che, entro un anno, l’avrebbero condannata al rogo. E a coloro stessi che, successivamente, l’avrebbero santificata. Ma questa è un’altra storia…


Fonti:
https://fr.wikipedia.org/wiki/Jeanne_d%27Arc

Leggi anche:
https://www.sailastoria.it/faure-e-la-fellatio-fatale/

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