DAVID BUSHNELL, un genio esplosivo mai sulla cresta dell’onda

Nascere e vivere nel territorio nordamericano del XVIII secolo era un’avventura per tutti. Quello che si presentava era un paese in fase di costruzione, dove ognuna delle tredici colonie agiva in base propri interessi, ma sostanzialmente ai coloni andava bene così, almeno fin quando la Gran Bretagna riconosceva loro una tacita autonomia.
Al termine della Guerra dei sette anni (1756-1763), gli inglesi, immemori e irriconoscenti nei confronti dell’aiuto coloniale, rivelatosi necessario per scacciare i francesi dal Nord America, decisero di applicare alle colonie un nuovo tipo di imposizione fiscale.
Inutile dire che questò non andò giù ai coloni, tanto da portarli a violente ribellioni.
Inglesi e Americani si scontrarono per la prima volta nell’aprile del 1775 presso Lexington e dopo questa battaglia l’esercito colonialista fu affidato a George Washington.
E proprio lui si incaricò di promuovere lo studio di nuove armi per aiutare le sue truppe ad ottenere importanti vittorie. Molti universitari colsero l’occasione al volo per mettere in pratica le proprie idee.

David Bushnell
David Bushnell

Tra di essi figurava David Bushnell, un uomo, anzi un genio, al quale in vita non gli fu mai riconosciuto il giusto.
Nato nel 1742 in Connecticut, da giovane si impegnò nella gestione dell’azienda agricola della famiglia, secondo quella che era la società delle colonie del Nord, dove interi nuclei familiari si adoperavano per la produzione di materiali destinati soprattutto al mercato interno.
Bushnell visse l’infanzia lontano dai principali centri commerciali e professionali dell’epoca come Boston. L’ambiente casalingo in cui era cresciuto fece sì da permettergli di svolgere attività parallele al lavoro e decise di dedicare i suoi momenti di svago alla lettura, formandosi così una base culturale necessaria per gli anni a seguire. Tuttavia fu un ragazzo emarginato, dalle idee sui generis, che preferì evitare tutta la società.
Il suo stile di vita prese una rotta decisamente diversa quando, all’età di ventisette anni, perse entrambi i genitori, l’uno a poca distanza di anni dall’altro, e ricevette la gestione dell’azienda familiare in società con suo fratello. Decise di vendere subito la propria eredità e realizzò un desiderio che covava da tempo, quello di trasferirsi in città per prepararsi al college.
Ottenne come tutor il pastore della chiesa congregazionale locale e, nel 1771, si iscrive all’università di Yale, dove sosterrà il corso quadriennale.

LA TARTARUGA ESPLOSIVA

Disegno che schematizza le funzioni principali del "Turtle"
Disegno che schematizza le componenti principali del “Turtle”

Le facoltà universitarie sono sempre stati luoghi dove gli studenti, oltre ad applicarsi agli studi delle varie discipline, discutevano di ciò che accadeva intorno a loro e degli argomenti più attuali.
Negli anni contemporanei agli scontri tra Inglesi e Americani l’unica parola all’ordine del giorno era “guerra” e chiunque si dilettava nell’elaborare nuove strategie e nuove armi.
In una discussione con i membri della facoltà, Bushnell insistette sul dimostrare la possibilità che la polvere da sparo potesse esplodere sott’acqua, ma ciò suscitò il riso generale da parte dei suoi colleghi di studio. Questa supposizione prese delle pieghe inaspettate che, con un contorno dal gusto serendipico, portarono all’introduzione di novità forti per quell epoca.
La sua idea, combinata con uno spirito pratico, portò Bushnell a formulare l’utilizzo di siluri o mine sottomarine per affondare le navi inglesi, che dagli anni precedenti al 1775 si erano stabilite nei maggiori porti americani, ostacolando il commercio e la vita dei coloni.
Non si perse d’animo e preferì tornare nella sua città natale, Saybrook, dove perfezionò un’imbarcazione sommergibile in grado di trasportare polvere da sparo. Aveva creato il primo sommergibile bellico.
La denominazione “Turtle” è dovuto alla sembianza della barca, simile all’unione dei gusci superiori di due tartarughe. Fu un vero fulmine a ciel sereno che pose le basi per il futuro sviluppo di molte componenti che costituiscono i mezzi navali.

Una replica in grandezza naturale del "Turtle". E' esposta al Royal Navy Submarine Museum, a Gosport, UK.
Una replica in grandezza naturale del “Turtle”. E’ esposta al Royal Navy Submarine Museum, a Gosport, UK.

L’imbarcazione, in grado di ospitare un solo uomo, era spinta da due eliche: la prima, a propulsione, veniva azionata maualmente e permetteva lo spostamento in lungo, mentre l’altra, di profondità, era messa in moto da una valvola a pedale. Quest’ultima gestiva il peso necessario per far inabissare o emergere il sommerigibile e Bushnell fu il primo a servirsi dell’acqua del mare come zavorra, svuotando l’imbarcazione quando si voleva salire, e invece rimependola per discendere sotto la superficie del mare.
Il tetto era in vetro così da permettere alla luce del sole di illuminare sufficientemente l’interno della cabina, uno spazio angusto che non permetteva l’aggiunta di un mezzo di rifornimento d’ossigeno e che limitava perciò l’immersione a solo mezz’ora. All’interno erano presenti un manometro ad acqua che indicava la profondità e una bussola per la direzione.
La velocità di crociera si aggirava sui 5 km orari, una velocità necessaria per non essere individuati e per mantenere stabile la cassa contenente 60 kg di esplosivo, che veniva fissata sul dorso dell’imbarcazione.
L’esplosivo era il vero fiore all’occhiello di Bushnell, infatti progettò non solo la prima bomba sottomarina, ma anche la prima ad essere dotata di un meccanismo a tempo, impostato per accendere la carica in un dato momento (il limite massimo era di 12 ore).

ALL’AZIONE!
Dopo aver ultimato questo gioiellino navale, Bushnell incontrò il governatore del Connecticut, Jonathan Trumbull, per dimostrare il funzionamento della sua idea e, previa raccomandazione dello stesso Washington, gli fu consentito dal Consiglio di Sicurezza di procedere con ulteriori esperimenti.
Il biennio 1776-1777 fu quello decisivo per stabilire il successo o meno di questa potenziale arma:
i primi tentativi di far esplodere la carica furono nulli, ma si decise di proseguire lo stesso con il piano originale, cioè quello di colpire una nave inglese.
La vittima predesignata fu la HMS Eagle, una fregata britannica di stanza presso Governor Island: il 6 settembre, intorno alla mezzanotte, il sergente Ezra Lee, offertosi come volontario per condurre il Turtle sotto l’imbarcazione nemica, lascia la carica esplosiva vicino lo scafo ingelse e si allontana dalla zona di deflagrazione. “Al momento dell’esplosione si alzò una altissima colonna d’acqua” documenta lo stesso generale, ma la l’obiettivo non fu distrutto, grazie alla resistenza dello scafo realizzato con una lega metallica particolarmente resistente.
L’anno successivo il Turtle piazzò una carica esplosiva vicino allo scafo della HMS Cerberus e, come nel caso precedente, la fregata fu solo scalfita, ma l’esplosione distrusse un’imbarcazione che accompagnava la Cerberus, provocando la morte di quattro marinai.
I restanti tentavi non andarono a buon fine e, tra le risate e tra gli scherni del pubblico che osservava i suoi fallimenti, a Bushnell non restò che ritirare il proprio sommergibile, il cui destino ultimo ci è sconosciuto.

TUTTA COLPA DEL FISICO
L’incapacità di Bushnell per dimostrare la fondatezza della sua invenzione nella guerra reale non lo ha screditato del tutto. Infatti il fallimento degli attacchi è dovuto in larga parte alla fragilità fisica di Bushnell, poichè non gli permise di eseguire personalmente le operazioni necessarie per piazzare la bomba. I comandi dell’imbarcazione erano complicatissimi ed un volontario non era in grado di svolgere correttamente il lavoro, precludendo così ogni possibilità di successo.

UNA CARRIERA ONOREVOLE
Il futuro presidente George Washington non si scordò dell’impegno profuso dal giovane inventore del Connecticut e gli rese onori sia in guerra che in seguito. Nel 1779 il generale creò una sezione di genieri e minatori affidandone il comando allo stesso Bushnell, che due anni dopo fu promosso capitano. Il 4 giugno 1783 ottenne il comando del Corpo degli Ingegneri, una sezione di stanza a West Point, attuale sede dell’Accademia Militare degli Stati Uniti.
Nel novembre dello stesso anno fu esonerato dalla sua posizione, e in seguito alla dichiarazione della Pace di Parigi (1783) ricevette una medaglia al valore.

Aveva solo quarant’anni e il suo era uno spirito combattivo, perciò deciso di trasferirsi nel vecchio continente, precisamente in una cittadina sul suolo francese, dove soggiornò per dieci anni.
Nel 1795 tornò in patria sotto pseudonimo, facendosi chiamare Dr. Bush, e insegnò in una scuola privata in Georgia. E proprio in questo Stato sostenne la sua ultima sfida, lo studio della medicina, che lo portò ad iscriversi ultrasessantenne alla facoltà di Warrenton.
Quella di Bushnell fu sostanzialmente una vita silenziosa, lontana dalle cronache e anche dagli affetti familiari, tanto che rimase celibe fino alla sua morte, avvenuta nel 1824.

una cartolina che riporta il sottomarino USS Bushnell (AS-2) impegnato durante la Prima guerra mondiale
una cartolina che riporta il sottomarino USS Bushnell (AS-2) impegnato durante la Prima guerra mondiale

Agli albori della Prima guerra mondiale, Miss Esculine Warwick Bushnell, una sua pronipote, sponsorizzò la costruzione di un sottomarino della flotta stautunitense che fu denominato USS Bushnell (AS-2), in suo onore.
Chissà se Bushnell, il padre del moderno sottomarino, avrebbe mai immaginato un’evoluzione così magnificente della sua “tartaruga”, il prototipo del mezzo che, in meno di due secoli,  cambiò il modo di fare guerra tra le onde del mare.

 

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