Pesce d’Aprile – La Storia delle Origini

Una tradizione spiritosa e umoristica senza età. Tra aringhe puzzolenti sul capotto, corrieri sbeffeggiati, patriarchi simpaticoni. Attraverso i confini, il Pesce più famoso e simpatico del mondo rappresenta la declinazione del folklore europeo all’ennesima potenza.

Pesce d’Aprile! Con quanta enfasi lo esclamate ogni 1° Aprile ridendo soddisfatti della riuscita burla ai danni di un amico? A scuola, il primaprile è un’occasione per i più piccoli di prendersi gioco dei propri compagni. Appuntamenti finti, falsi compiti a sorpresa, insufficienze misteriose. Scherzi innocenti che impallidiscono dinanzi a veri e propri tiri mancini attuati in questa fatidica date nel corso della Storia.

Perché il primo aprile? Perché gli scherzi? Ma soprattutto, perché proprio il pesce? Tra attestazioni e leggende, ripercorriamo assieme l’evoluzione storica del Pesce d’Aprile. Swish!

lo scemo del villaggio

April Fools’ Day. Nei paesi di tradizione anglosassone, il 1° aprile è il giorno dedicato agli scemi! Tant’è che in Scozia viene chiamato “Hunting the gowk”, letteralmente “Caccia il cuculo, lo scemo”. In passato, lo scherzo più comune consisteva nell’affidare a qualcuno, solitamente il sempliciotto di paese, la consegna di una lettera sigillata dall’apparente importanza. Sul messaggio al suo interno erano scritti motivetti del tipo “Dinna laugh, dinna smile or This is the first of Aprile – Hunt the gowk another mile”.

Tradotto,Non ridere, non sorridere, caccia lo scemo per un altro miglio. Al che il destinatario, oltre a mantenere una faccia di bronzo, doveva replicare la missiva e rimbalzare la richiesta di aiuto inviando la vittima verso un altro campanello, facendogli percorrere quanta più distanza possibile. Così via, finché il bersaglio dello scherzo non avesse iniziato ad avvertire qualche sospetto. E visto il soggetto prescelto, poteva richiedere più di un intero pomeriggio.

PESCE DI CRISTO

Su e giù per il villaggio, tra lo scherno generale. Una dinamica che deve aver ricordato ad alcuni teorici del Primo Aprile la Passione di Cristo. L’incriminazione e l’arresto di Gesù, come descritti nei Vangeli, appaiono peggio di essere rimpallati tra uffici comunali. Un pover’uomo in catene, alla mercé dai Giudei e deriso mentre viene trascinato al cospetto dei suoi giudici.

Da Anna a Caifa, da Caifa a Ponzio Pilato, da Ponzio Pilato a Erode, da Erode allo sportello Alfa 33, poi di nuovo a Ponzio Pilato. Ipotesi rafforzata dal fatto che “Poisson d’Avril“, il termine francese per indicare il pesce d’aprile, possa essere in realtà una storpiatura di “Passion”.

Concord(iam)o con Bertha R. McDonald che questa spiegazione, per quanto curiosa e interessante, trascende ogni possibile concretezza storica.

NOÈ POSSIBILE

La teoria che si ricollega ai tempi di Cristo è comunque più accettabile di chi risale fino all’alba dell’esistenza. Non dico che qualcuno, nel discutere sulle origini del nostro pesce, sia arrivato a tirarsela con la nascita dell’Universo. Ma con gli eventi delle Sacre Scritture, sì. Tempi biblici. Il Diluvio Universale, per la precisione.

Il periodico londinese Public Advertiser del 13 marzo 1769 riporta la possibilità che la nascita del Pesce d’Aprile sia da ricondurre alla storia di Noè. Proprio lui, il mitico patriarca. La Genesi ci racconta che il 1° aprile, dopo quasi un anno dalla grande inondazione, Noè inviò in avanscoperta un corvo e una colomba per controllare che le acque si fossero ritirate dal suolo.

Il primo andava e tornava a vuoto dall’Arca, così come fu inutile il primo viaggio della colomba. Finché quest’ultima, al terzo tentativo, non fece più rientro alla base garantendo così a Noè la certezza assoluta che la terraferma era ricomparsa. Anche qui grandi giri, inefficaci. Come da scherzo tradizionale inglese.

Chi ha associato il Diluvio Universale al 1° aprile è munito di una fervida immaginazione. E forse ci ha offerto la chiave di lettura più bizzarra di un passo biblico: Noè simpaticone che ammazza l’attesa sull’Arca inviando volatili per il globo consapevole di non ottenere risultati. Per poi sbellicarsi dalle risate vedendoli rientrare col grugno incazzato di chi ha compreso di esser stato appena coglionato.

FOOLISH CITIES

Terminiamo la nostra epopea d’Oltremanica con la storia di Gotham City, ma non quella. Un piccolo villaggio del Nottinghamshire, che conta poco più di mille abitanti, entrato a gamba tesa nel folklore inglese grazie alla tradizione dei “Pazzi di Gotham”.

XIII secolo. Leggenda vuole che tutte le strade calpestate dal re Giovanni d’Inghilterra (sovrano dal 1199 al 1216) diventassero di proprietà pubblica. Corriamo un grave pericolo per la nostra indipendenza dovettero pensare gli abitanti di Gotham quando scoprirono che Sua Maestà aveva in programma un viaggio attraverso il loro paese.

L’avanzata di Giovanni fu arrestata dai locali nelle campagne alle porte di Gotham. Indispettito da quest’affronto, il re inviò propri messaggeri in città per chieder conto dell’inciviltà riservatagli e comunicare che ci sarebbero state gravi conseguenze. La soffiata di multe e punizioni in arrivo spaventò la popolazione di Gotham, a tal punto che trovarono una soluzione fuori dal comune.

Uno scherzo di massa: all’arrivo dei messi reali, tutti i cittadini devono essere intenti a svolgere attività da pazzi! La messa in scena riesce benissimo. Tra chi cerca di affogare un’anguilla in una pozza d’acquamuoio -, chi fa rotolare i formaggi dalle colline cosicché possano arrivare a Nottingham per vendersi da soli. Addirittura alcuni sono intenti a creare la copertura per un cuculo appollaiato sul cespuglio. Situazione di follia generale che i messaggeri riferiscono al re.

Alquanto basito (F4), Giovanni rinunciò a punire i cittadini di Gotham affermando che “è più pazzo chi ci passa di chi ci vive!”. Missione compiuta. Al costo di essere considerati per sempre degli idioti e di avere un giorno a loro dedicato: il 1° Aprile.

PESCI & CO

Per quanto la tradizione del Pesce d’Aprile sia radicata in Regno Unito, non è il posto giusto per indagarne le origini. Il primo riferimento scritto made in UK è datato 1686, “Fooles holy day”, il giorno santo degli scemi, su una nota dell’antiquario John Aubrey riferita al 1° Aprile.

Di poco successivo è lo scherzo del “Lavaggio dei Leoni”. L’edizione del 2 aprile 1698 di un giornale britannico, il Dawks’s News-Letter, riporta che nel giorno precedente diverse persone sono state invitate ad una cerimonia inesistente: il lavaggio dei leoni nel fossato della Torre di Londra. Una non-manifestazione che ha assunto cadenza annuale, rientrando a pieno titolo nella tipologia di burle dette commissioni fasulle.

Quest’usanza, pur evolvendosi nella forma, è sopravvissuta fino ad oggi. Si passò da invitare le vittime a recarsi direttamente allo zoo per finire con gli scherzi telefonici di natura simpsoniana, o meglio bartiana, in cui fingersi operatori dello zoo assumendo identità del tipo Al Gator, Anna Conda, Don Kee, Sally Mander.

Infine, attraverso i Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer (1343-1400) sembra trasparire un collegamento tra il 1° aprile e la stupidità che lo contraddistingue.

V’è una novella in particolare, quella del Cappellano delle Monache, in cui Chanticleer, il gallo protagonista, fa un sogno premonitore in cui viene rapito da un animale indefinito. La mattina seguente, una volpe entra nel pollaio e convince il vanitoso pennuto a cantare ad occhi chiusi.

Nel prendersi gioco del gallo, la volpe accenna a ‘trentadue giorni dopo l’inizio di Marzo‘, appunto il 1° Aprile. Durante l’esibizione canora, la furbacchiona ne approfitta per addentarlo e fuggire verso i boschi. I ruoli si invertono. Ora Chanticleer ‘contrattacca’ persuadendo la boriosa rapitrice ad urlare agli inseguitori che non la raggiungeranno mai. Un inganno che permette al gallo di divincolarsi dalla stretta e mettersi in salvo. Scemo & più scemo.

terraferma

Pazzi, leoni, volpi, galli. Tutto storicamente dubbio o troppo recente per determinare un’origine inglese del Pesce d’Aprile. Ad oggi ne è confermata l’importazione britannica da altre culture – probabilmente del Continente – che posseggono attestazioni più remote. Sia la tradizione italiana che francese sono le principali candidate. Eppure…

romani giocondi

Un giorno specifico dedicato a perculare il prossimo? L’Antica Roma è magistra vitae anche in questo caso. Il 25 marzo, in coincidenza con l’equinozio di primavera, i nostri antenati celebravano gli Hilaria. Festività in onore di Madre Natura, la dea Cibele, culto importato a Roma fin dall’inizio del II secolo aC.. Scherzi, travestimenti e la gioia più sfrenata che segnavano la fine della sofferenza, del lutto. Un lieto dì.

Eppure, il calendario romano segnava una festa nella casella del 1° aprile: i Veneralia. Come si evince dal nome, dedicata a Venere Verticordia (“cambiatrice di cuori”), aveva lo scopo di avvicinare le persone in amore prescindendo dai difetti fisici e rispettando il mos maiorum. Vita modesta e serenità familiare, questo chiedevano i partecipanti alla divinità. Nessuna traccia però di allocchi raggirati.

Il mito del rapimento di Proserpina è l’ennesimo tentativo di rintracciare un’origine mitica del Pesce d’Aprile. In questo caso la vittima dello scherzo, o meglio del crudele inganno è sua madre Cerere. Investigando la sorte della figlia, senza sapere che Plutone l’ha rapita e trascinata con sé negli Inferi, deve lottare contro l’omertà degli dei.

Su ordine di Giove, tutti tacciono alle domande della strutta madre. Il Supremo (subdolo) desidera che Cerere, divinità della terra, renda fertile ogni regione che perlustrerà in cerca di Proserpina. Le modalità del lungo peregrinare di Cerere riportano in mente la tradizione anglosassone di cacciare lo scemo, seppur sotto l’aspetto più crudele.

origine PALESE…

La nostra capacità di trovare una spiegazione semplice a dilemmi difficili. Del tipo, perché il pesce è associato al 1° aprile? Ovvio, in quanto Bertrando di San Genesio (1260-1350), patriarca di Aquileia, salvò il papa dal soffocarsi con una lisca di pesce. Il pontefice, Benedetto XII o Clemente VI, ringraziò decretando che nella cittadina friulana non si mangiasse più pesce il 1° aprile. In piena quaresima, non poter mangiare carne né pesce…

Non essendo riuscito a trovare una fonte scritta al riguardo, ho il sospetto che questo mito delle origini sia stato tramandato solo oralmente. Comunque sia, più concreto di un’eventuale Noè pagliaccio. L’associazione del pesce (fisico) al 1° aprile ricorre in altri casi. Un’ipotesi sostiene che l’origine dell’usanza sia nata nei paesi costieri che aprivano o sospendevano la stagione di pesca ad inizio aprile. Questo significava più pescato, essendo il primo giorno, o reti vuote, per il divieto in corso.

In entrambi i casi non sarebbero mancati i burloni che attendevano i pescatori al molo per canzonarli e appendergli sulla schiena un’aringa simbolica. Tradizione immortalatasi con il meno puzzolente pesciolino di carta!

POISSON D’AVRIL

Lasciamo ‘il sentito dire’ o ‘il penso che’ per approdare in terra di Francia, la cui letteratura ci fornisce la prime attestazioni storiche del Pesce d’Aprile. Sia per quanto riguarda il nome che per la sua associazione con il primo giorno del mese.

Un salto indietro nei secoli di quasi settecento anni ci porta al 1466, anno di edizione de
Le doctrinal du temps présents di Pierre Michault. Il poeta francese conia il termine ‘poisson d’avril’ per identificare un ragazzo o valletto incaricato di consegnare le lettere d’amore del proprio padrone, a qualsiasi costo.

La seconda testimonianza ci è resa da Le livre de la deablerie (1508) di Eloy d’Amerval. Questo lunghissimo poema è incentrato sul dialogo tra Lucifero e Satana, impegnati ad ordire nuovi piani malvagi. Ad un certo punto, Lucifero impreca ad alta voce contro Satana. Il padrone che insulta il servitore. Tra i tanti insulti/complimenti riservatigli, compare anche ‘poisson d’avril’ accompagnato da ‘tricherie et deception’ cioè ‘imbroglio e inganno’.

Questa testimonianza diabolica di d’Amerval si rivela particolarmente felice per la nostra indagine. L’accostamento tra il Pesce d’Aprile e la sfera semantica della fraudolenza, del trabocchetto, è una potenziale risposta al perché della follia primapriliana.

Ma non solo. Il modo di dire riferito a Satana in quanto schiavo del suo padrone ma anche come messaggero dell’Inferno, replica il tema delle commissioni fasulle. Infine si chiarisce che l’esclamazione ‘Pesce d’Aprile‘ non è rivolta al mezzo, bensì alla vittima stessa dell’incarico e successivamente dello scherzo. Dunque, il pesce sei tu!

C’ERO PRIMA IO!

Dopo aver arricchito la nostra ricerca di nuovi concetti e informazioni, continuiamo ad analizzare il rapporto intricato che lega pesce – 1° aprile – tradizione – burla. Il primo testimone storico che associa tutte queste componenti in un’unica usanza, così come la conosciamo oggi, risponde al nome di Eduard de Dene (1505-78).

Retore fiammingo, nato e vissuto in Fiandra, è autore di un poema comico (1561) su un nobile gentiluomo che la mattina del 1° aprile invia i propri inservienti a fare commissioni inutili. Essi, sospettosi del padrone burlone, affermano – testuali parole – “Temo… che tu stia cercando di farmi fare una commissione stupida”.

Un timore giustificato che permette di stabilire con certezza il 1561 come terminus ante quem del Pesce d’Aprile. Anticipando di pochissimo l’Editto di Roussillon (1564). Perché questo documento ci interessa è presto detto.

Il re Carlo IX di Francia (1550-74) constatò che nel Paese regnava la più totale confusione sul Capodanno. Chi lo celebrava a Natale o a Pasqua, chi il 25 marzo. Allora, il sovrano promulgò l’Editto di Roussillon che stabiliva il 1° gennaio come inizio dell’anno su tutto il territorio. L’introduzione papale del calendario gregoriano (1582) estese l’iniziativa di Carlo a tutta l’Europa. Ovviamente, tra il dire e il fare, tra una legge e la sua applicazione, c’è di mezzo il mare.

Difatti, chi per consuetudine chi per disinformazione – molto comune a quei tempi -, tanti francesi continuarono a festeggiare il nuovo anno a fine marzo o inizio Aprile. Tra l’ilarità di coloro che si adattarono al ‘nuovo stile’, divertiti dai loro folli conterranei ancora “fuori dal mondo”. Questa è la teoria delle origini sostenuta dalla maggioranza tra storici e studiosi attuali, pur avendo la cronologia del poema di de Dene a suo sfavore.

SALUTI

La ricerca delle fonti per quest’articolo è stata veramente appassionante. Come tutte le tradizioni folkloristiche, il Pesce d’Aprile non ci permette di indagare la sua natura più profonda. I racconti storici però giungono in aiuto della nostra curiosità, sfoggiando l’evoluzione e i caratteri più divertenti di questa usanza. Che delle burle, bonarie o crudeli, ne fa la propria essenza.

Assicurando i cari lettori che quest’articolo non nasconde alcun pesciolino sbeffeggiatore, Sailastoria vi augura un divertente 1° aprile!

BIBLIOGRAFIA – LINKOGRAFIA

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  • Remains of Gentilism and Judaism, 1686-87 (1881), John Aubrey
  • Charrier, B., Amerval, E. d., Deschaux, R. (1991). Le livre de la deablerie. Svizzera: Droz.
  • Labrune, J. d. (1691). La Vie de Charles V. Duc de Lorraine, etc. By J. de la Brune. With a portrait. Paesi Bassi: J. Garrel.
  • Medina, T., Claudianus, C. (1804). Il ratto di Proserpina di Claudio Claudiano tradotto in versi sciolti dal c. Tommaso Medina con il testo a fronte. Italia: dalla tipografia dipartimentale Bettoni inspettore.
  • Tournier, Clément. Le Bienheureux Bertrand De Saint-Geniès, Professeur a L’Université De Toulouse, Patriarche D’Aquilée (assassiné En 1350). Toulouse: Privat, 1929. Print.
  • Le doctrinal du temps présent, Pierre Michault (1484)
  • Saturnalia, Macrobio
  • http://hoaxes.org/af_database/permalink/origin_of_april_fools_day/
  • http://hoaxes.org/af_database/permalink/washing_the_lions1
  • https://en.wikipedia.org/wiki/Wise_Men_of_Gotham
  • https://en.wikipedia.org/wiki/Gotham,_Nottinghamshire
  • https://en.wikisource.org/wiki/The_Canterbury_Tales_(unsourced)/The_Nun%27s_Priest%27s_Tale
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Hilaria

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